Eolico - Da un lettore, una riflessione sul ruolo della politica e sul parere tecnico del Comune di Vicchio.


Tratto di crinale interessato del progetto eolico - foto devurbe -

Pubblichiamo di seguito una riflessione inviata da Tommaso Capasso, come commento all'articolo http://www.devurbe.net/Eolico-parere-favorevole-Comune-Vicchio

 

RIFLESSIONI SUL  PARERE  FAVOREVOLE  DEL  COMUNE  DI  VICCHIO  AL  PROGETTO  INDUSTRIALE  EOLICO   MONTE  GIOGO  DI  VILLORE

 

Ponzio Pilato non era nessuno! Non era nessuno in confronto a certi moderni assessori e amministratori del Comune di Vicchio, che si fanno paravento del parere dei tecnici.

    Loro, gli amministratori, per carità, non prendono posizione, sono i tecnici che parlano per loro e dicono cosa si può fare. Loro, poverini, non hanno lingua, non hanno idee, stanno buoni buoni dietro il parere dei tecnici. E se i tecnici dicono che “nulla osta” loro esprimono parere favorevole alla costruzione dell’impianto eolico sul Giogo di Villore.

    Ma almeno, quell’altro, Ponzio Pilato, era in buona fede… Ma porca miseria, se i tecnici sono d’accordo, loro, i politici, hanno, - dovrebbero avere,- una visione più ampia, che prende in considerazione tutti i variegati e molteplici aspetti della faccenda: da quello naturalistico, a quello storico, a quello dell’interesse collettivo delle persone che vivono il Giogo nel senso di un uso responsabile e per la salvaguardia della sua vocazione naturale: “turismo lento” e rete di agriturismi. 

    Se non fanno questo, davvero non si capisce che ci stanno a fare.

    Ma andiamo ad esaminare più da vicino il parere dei tecnici.

    I tecnici della “Commissione comunale per il paesaggio” hanno espresso parere favorevole all’impianto eolico in quanto  “le soluzioni proposte… permettono la costituzione di nuovi paesaggi”.

    “Nuovo paesaggio”: è proprio questo il punto! Dove si ha la fortuna di avere un paesaggio unico nel suo genere non si può trasformarlo e farlo degenerare a “nuovo paesaggio”. “Nuovo paesaggio” vuol dire paesaggio rovinato, irriconoscibile. Perché non si sta parlando di andare a piantare qualche albero in più, ma otto smisurati aerogeneratori, o turbine eoliche, con pale di 60 metri, che vanno a sbarrare il passo all’avifauna migratoria e ai rapaci che vi troverebbero sicura morte. Turbine sostenute da migliaia di tonnellate di cemento, che ancora non si sa dove andrebbero a poggiare!

    Ma seguiamo ancora la relazione dei tecnici, la quale continua: “nuovi paesaggi coerenti con il sistema di interrelazione fra le componenti del territorio stesso, sia naturali che umane, in senso attivo e partecipativo”.

    Come si fa ad affermare questo? È “coerente” distruggere tutte le componenti del territorio: risorse idriche, stabilità geologica, aspetto paesaggistico, interessi antropici e poi dire che si rispetta “il sistema di interrelazioni”? Ma è coerente con chi, con che cosa? Con una sola cosa: con l’interesse della ditta proponente e dei portaborse locali.

    Quanto al “senso attivo e partecipativo”, ma davvero ci si prende in giro? “Senso attivo” per chi? Solo per chi ha proposto l’opera e i quattro ponzi pilati locali! E “partecipativo” per chi? Sì, certo, “partecipativo”, ma, purtroppo per loro, la partecipazione  stata quasi tutta contraria al progetto e per questo perseguitata e repressa.

    Continua la relazione tecnica che tali considerazioni derivano anche dal PIT (Piano di Indirizzo Territoriale) regionale per l’ambito 7 Mugello, che parla di “co-evoluzione fra ambiente naturale e insediamenti umani”.

    Qui davvero si è voluto piegare un dettato ispirato da buone intenzioni in un obbrobrio che faceva comodo a loro. Per “co-evoluzione” non si può che intendere un’evoluzione in armonia tra  ambiente naturale e insediamenti umani. Non hanno voluto vedere, i tecnici, che qui, al Giogo, in realtà, tra ambiente e insediamento umano, si è inserito un terzo soggetto, e propriamente un soggetto distruttore che altera irrimediabilmente quel rapporto, ne fa strame, impedisce una volta per tutte ogni co-evoluzione, ogni sinergia, semplicemente lo devasta. 

    Poi, di seguito, la Commissione comunale si rifà all’art.1 della Convenzione Europea del Paesaggio, dove è scritto: “Il paesaggio designa una determinata parte del territorio, così come percepita dalle popolazioni”.

    Appunto! Il territorio del Giogo di Villore è percepito dalla popolazione così com’è ora, risultando più o meno immutato da migliaia di anni. E non può essere percepito in altro modo, meno che mai come vorrebbe un’azienda interessata solo al profitto. La popolazione locale lo percepisce come l’ha sempre avuto nel cuore e negli occhi, e non com’è nelle teste corrotte dal denaro!

    E continua l’articolo 1 della Convenzione Europea del Paesaggio richiamato dalla Commissione Comunale: “…il cui carattere [del paesaggio] deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”. E che vuol dire questo? Perché è stato portato come motivo a favore dell’impianto eolico sul Giogo? Ignorano, i tecnici, che svariati sono i tipi di interrelazioni? Un conto, per esempio, è parlare delle colline senesi, dove secoli di lavori umani hanno trasformato quelle terre in quadri viventi di Van Gogh; o di paesini tipo quelli del Casentino che, frutto del lavoro umano, sono diventati veri e propri luoghi dell’anima.

    NO! Qui si sta parlando di un mega impianto industriale che non verrebbe a inter-relazionarsi ma a invadere massivamente, da tutti i punti di vista, l’ambiente e l’animo umano che in esso si rispecchia.

    Anche le bidonville sono frutto “dell’azione di fattori naturali e umani”, anche l’inferno delle miniere a cielo aperto per estrarre metalli prezioso e/o tecnologici, anche le desolate distese di eolico mezzo dismesso che sono in Puglia.

    Evidentemente, ripetiamo, c’è interrelazione e interrelazione tra “fattori naturali e umani”. Dunque, il dettato dell’art. 1, in sé, non prova nulla, anzi va interpretato all’opposto di come hanno fatto i tecnici comunali. Esso è posto lì per la salvaguardia e la difesa del territorio e non per la sua devastazione. E davvero non capiamo perché è stato preso a giustificazione per l’impianto di Villore.

    Scusate, signori tecnici, ma voi, quando parlate del Giogo di Villore, sapate di cosa state parlando? L’avete mai visto questo posto? Ci siete mai stati? Vi siete mai raccolti sotto uno di quei faggi ombrosi ad ascoltare il silenzio del luogo che apre il cuore e la vista interiore?... Tutto questo parlare da azzeccagarbugli che fate a me sembra solo teoria da avvocaticchi che perorano una causa di cui in sostanza non conoscono nulla. Teoria completamente slegata dal territorio cui, pure, vi riferite.

    La vostra è metafisica verbale, un balletto di parole che può valere per tante situazioni in astratto, ma che ignora completamente l’oggetto specifico cui dovrebbe riferirsi: il Giogo di Villore nel suo splendore di luogo unico e irripetibile.

    Dunque, cari tecnici, passatevi una mano sulla coscienza e vedete un po’ che cosa ha veramente agito in voi, o sopra di voi, per farvi trarre una conclusione del genere da un dettato normativo che ha tutto un altro scopo e un altro senso.                                                      

    Ma ci si rende conto che l’eolico  diventato il piatto dove voglioni mangiare i peggiori magnaccia dell’economia che stanno distruggendo il pianeta? E non si vuole offende nessuno, si usa “magnaccia” in senso etimologico: di chi sfrutta qualcuno o qualcosa dopo averlo asservito e trasformato secondo la sua volontà. 

    Un futuro responsabile dal punto di vista energetico e ambientale è fatto di piccoli impianti controllati dagli stessi produttori riuniti in comunità, che vanno a utilizzare l’energia prodotta, e dove non c’è il rischio di speculazioni a vantaggio di pochi e a danno di tutti, come accade per i mega-impianti.

    Infine non si può tralasciare il capitolo “opere compensative” offerte e accettate dal Comune di Vicchio.

    Qui davvero bisogna fare appello a tutto lo spirito zen di cui si è capaci per non dare in escandescenze. 

    1)La prima opera compensativa è “il miglioramento dei sentieri di crinale”. 

    Si chiama “miglioramento” la distruzione! Quanta faccia tosta serve per dire il contrario della verità? Io li immagino, quelli che hanno proposto un’opera compensativa del genere, ridere sotto i baffi con l’arroganza tipica di chi ha le spalle coperte dagli utili idioti dei politici di alto e basso rango.

    2)Seconda opera compensativa: “cartellonistica informativa”. NO! Per favore, non sprecatevi. Lasciate stare, davvero. Oltre ai piloni volete mettere anche i cartelloni come sulle super-strade? E per spiegare cosa: che il faggio è il faggio e la felce è la felce? No, per favore, lassciateci nell’ignoranza, e voi risparmiate qualche euro, potrebbe sempre tornarvi utile.

 3)E tre: “realizzazione del nuovo bivacco”.

Ma perché, quello che c’è non va bene? Non vi aggrada? Non è di vostro gusto? Per caso vorreste mettere i permaflex nei letti? O lo volete fare all’ultimo grido, di vetroresina? O forse volete mettere qualche bel cartellone pubblicitario per la vostra ditta?... Ancora una volta, non sprecatevi, risparmiate per il pranzo della domenica.

E passi che i nuovi padroni del mondo possono farsi beffe dei comuni cittadini ormai manovrati e manipolati come vogliono lorsignori, e ormai privi anche di esprimere pacificamente la loro opinione. Ma i politici locali? Che dovrebbero controllare e valutare ogni proposta nell’interesse della collettività, come fanno ad accettare tali offerte, che prima di essere offensive sono comiche, caricaturali, paradossali? Non si rendono conto che si coprono di ridicolo agli occhi dei loro cittadini?

    

                            Tommaso  Capasso

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