Accordo Francia-Italia. Si torna al nucleare.

Cenrale nucleare in Belgio L'accordo è stato siglato fra trionfalismi e pacche sulle spalle. Hanno scelto la via più pericolosa, quella che il cittadino aveva escluso con il referendum del 1987. Il problema energetico in Italia esiste, non c'è dubbio, ma è davvero questa la strada da percorrere? Il Nucleare nel progetto italo-francese è un'azione di ampio respiro, che porterà il primo watt nella rete italiana,nella migliore delle ipotesi, solo nel 2020, quando la prima centrale sarà terminata.

Scajola, il promotore del ddl votato in parlamento il 4 novembre 2008, parla sulle pagine di La Repubblica "E' una scelta obbligata per non restare a secco di energia".
Ma perchè il governo italiano affronta la crisi energetica attuale, con un provvedimento controverso, che non si realizzerà da qui a 11 anni? In Spagna per esempio in un anno sono stati prodotti 3.500 megawatt, Il Parco Eolico di Montemignaiol'equivalente di due centrali nucleari, solo con l'eolico. Perchè in Italia non guardiamo a queste tecnologie? Non solo, l'energia prodotta non servirà a niente se non interverremo sul risparmio energetico delle nostre case e delle nostre macchine.
L'aspetto più grave di tutta la vicenda, resta comunque la posizione che il governo ha adottato in barba al volere dei cittadini, senza alcun tipo di dialogo e in maniera autonoma. Un dictat presuntuoso e affaristico che apre nuovi inquietanti scenari.

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Commenti

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<p>L'Italia &egrave; l'unica nazione,fra quelle cosi dette &quot;sviluppate&quot; a non avere mai avuto un piano energetico nazionale degno di questo nome, nonostante l'80% dell'energia che consumiamo ci arrivi da altri paesi. Le varie forme di energie rinnovabili, eolico, fotovoltaico, biomasse, idroelettrico, sono sostanzialmente annodate fra le innumerevoli pastoie burocratiche che impediscono di fatto la vera liberalizzazione energetica, quella idealmente prodotta con le nostre mani. Ci sono forme di produzione di energia partecipata da fonti rinnovabili, che in altri paese europei (vedi Spagna, http://www.bnrenergia.it/leggi_news.asp?id=169 ) hanno preso piede e vengono realizzati normalmente con la partecipazione attiva dei cittadini e delle istituzioni, che investono sulle fonti energetiche rinnovabili disponibili nel loro territorio, sole, vento, acqua, biomasse. Singolari risultano i dibattiti fatti nei 20 anni dopo il referendum abrogativo sul nucleare su quale produzione energetica da fonti rinnovabili puntare, come se una escludesse l'altra e una fosse meglio dell'altra. Nessuna energia rinnovabile esclude l'altra anche perch&egrave; nessuna di queste autonomamente, e forse neanche insieme, potr&agrave; garantirci l'autonomia energetica. Puntare allora su quella che non inquina? Non esiste nessuna trasformazione di energia in grande scala che non abbia anche se ridotto un qualche fattore inquinante, che sia nel processo di produzione dei mezzi che sia nella trasformazione. Almeno per ora. La forma pi&ugrave; grave di inquinamento per&ograve; &egrave; di gran lunga non fare niente e continuare a produrre e consumare energia attraverso la trasformazione delle fonti non rinnovabli. Sia perch&egrave; la quantit&agrave; di inquinamento prodotto &egrave; maggiore rispetto a qualsiasi altra trasformazione da fonti rinnovabili, sia perch&egrave; non essendo appunto rinnovabili sono destinate inesorabilmente all'esaurimento. Investire solo su produzioni provenienti da un unica fonte di energia rinnovabile a lungo termine si potrebbe dimostrare non lungimirante proprio per l'uso indiscriminato ed intensivo del territorio che saremo costretti a fare per produrre energia da quell'unica fonte. Utilizzando un modello ecologico potremo dire che cos&igrave; come la biodiversit&agrave; ecologica garantisce il rigenerarsi della natura, la &ldquo;differenziazione&rdquo; energetica da fonti rinnovabili accompagnata alla parsimonia garantirebbe il rigenerarsi delle fonti energetiche ed in definitiva la loro inesauribilit&agrave;. Le forme di produzione energetica su cui dovremo investire sono il risparmio e l'autoproduzione energetica diversificata da fonti rinnovabili. Risparmio inteso come efficienza energetica, sopratutto nei nostri edifici, ma anche nei macchinari che utilizziamo. La realizzazione di edifici ad alta efficienza energetica permetterebbe di risparmiare il 50'% dell'energia consumata spendendo il 10-15% in pi&ugrave; per le opere necessarie ad ottenere minori dispersioni termiche. L'energia pi&ugrave; pulita e pi&ugrave; economica &egrave; di gran lunga quella non consumata. http://www.agenziacasaclima.it/index.php?id=3&amp;L=1 Autoproduzione intesa come utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili maggiormente presenti nel territorio, preferendo l'autoproduzione familiare, o di piccoli gruppi di persone alle grosse centrali industriali. Preferendo l'associazionismo dei cittadini in compartecipazione con le Istituzioni locali alla cessione del territorio a grosse compagnie energetiche multinazionali votate al profitto. http://www.facebook.com/home.php#/group.php?gid=19493027108</p>

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