1.4 - I politici italiani e la rete

Questo paragrafo è parte di: "Oltre il web 2.0 - La politica locale e la partecipazione nell'era dei social. Studio di un caso: www.devurbe.net"

1.4 - I politici italiani e la rete.

Una rilevazione del 2011 (Bentivenga S., Parlamento 2.0. Strategie di comunicazione politica in internet, Franco Angeli, 2012.) ci dà un quadro sull'uso della rete da parte dei politici italiani. I dati ci dicono che il 55,5% dei parlamentari fa uso della rete. Se poi approfondiamo (sempre grazie ai dati forniti da Bentivenga , 2012) e cerchiamo di capire quali siano le piattaforme scelte dai parlamentari, troviamo Facebook al 35,6%, il sito internet personale al 21,1%, il blog al 14,6%, YouTube al 13,3% e Twitter ultimo al 9,7%. Se consideriamo che, come visto in precedenza, la partecipazione attiva in rete dei cittadini italiani, già a partire dal 2005, andava sempre più affermandosi, possiamo dedurre che la politica e le istituzioni non hanno saputo tenere il passo con le nuove forme comunicative. Il politico italiano, sembra non interessarsi alle nuove forme di partecipazione introdotte dalla rete, rimanendo, per chi già ne faceva uso, fermo alla concezione del web 1.0 (Il web 1.0 presentava siti statici, cioè solo di contenuto, alla stregua di un libro digitale. La possibilità di interazione era nulla.) privo di interazione diretta con il cittadino. 

E' forse però nella politica locale che si iniziano ad intravedere le prime prove di interazione fra politica e cittadini nel segno di quella personalizzazione politica che si è andata ad avviare già in passato con l'introduzione delle prime tv commerciali.(Mancini P., Manuale di comunicazione politica, Editori Laterza, 2006.). Proprio nel 2011 infatti, su un totale di 110 candidati sindaci alle Amministrative, ben 91 possedevano un profilo Facebook (Dati da Istituto Cattaneo, 2011.). Questo dato ci fa capire anche che l'opportunità di visibilità che i social danno, e come questa viene recepita più a livello personale che in ambito partitico. Ultimamente però sembra che questa tendenza stia notevolmente mutando. Prima Facebook ed in seguito soprattutto Twitter, stanno diventando gli house organ di ogni singolo politico o personaggio pubblico. Spesso le dichiarazioni vengono prese direttamente dai social, per poi essere integrate in articoli di testate on-line, e magari infine finire nei tradizionali quotidiani. 

Nell'analisi però che ci viene fornita in “La net comunicazione politica” (Pira, 2012), il politico italiano vive questa nuova forma comunicativa come un'avventura. L'improvvisazione sembra infatti prevalere, in netta contrapposizione con l'esperienza magistralmente eseguita nelle campagne elettorali di Obama. Se osserviamo infatti anche le ultime esperienze del Presidente del Consiglio Renzi, molto incline all'uso dei social, notiamo come ad esempio, i tweet siano talvolta inseriti per poi essere corretti o eliminati pochi secondi dopo, non ricordandosi che nell'era del “controllo sociale” niente passa inosservato (Url: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/08/renzi-selfie-su-twitter-subito-cancellati-ma-la-foto-gira-suisocial-network/1113820/).

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