Sulla laicità
devurbe:
Non sapevo della delibera del Consiglio Comunale dello scorso 25 febbraio che approva i principi espressi dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo a riguardo dei simboli religiosi nei luoghi pubblici ed in particolare nelle aule scolastiche. Non lo sapevo e ho scoperto che si è mossa addirirttura Mamma Rai con la sua "Vita in Diretta" per affrontare, sicuramente male, un tema senza dubbio delicatissimo. Intanto mi sembra importante che il tema sia entrato in Consiglio Comunale e che il voto sia stato trasversale, dimostrando quanto la questione sia personale e non vincolabile a "ordini di partito". Credo inoltre che ci sarebbe da riflettere anche sui significati molteplici di questo voto, che riguardano anche gli assetti del Consiglio Comunale e della stessa maggioranza che ha messo in luce una diversità al proprio interno che spero venga considerata una ricchezza culturale e non una spaccatura ideologica. Il Pd si è diviso tra chi ha votato sì (5 consiglieri), chi no (4, tra cui il sindaco) e chi non c'era (2 consiglieri). Importante la divisione dei gruppi perché mostra che nella maggioranza non c'è pensiero unico su questi temi e perché, in qualche modo, manda in frantumi l'immagine di un Pd prepotentemente rivolto verso il mondo cattolico, nel bene e nel male, che la vittoria di Izzo e della sua squadra aveva proiettato nel paese e in molti di noi. Il fatto che il sindaco sia andato in minoranza non significa che la sua maggioranza lo abbia sfiduciato, ma che questa riesce ad andare oltre ai suoi legami politici sui temi etici e di fondo. Significa però anche che non tutto è coeso e immodificabile come si diceva durante le elezioni. L'esempio è la firma di Lorenzo Petti insieme a quella dei consiglieri di Sinistre per Vicchio sul documento che parla della votazione sulla mozione. Fa sorridere questa cosa infatti se si pensa a come il consigliere comunale democratico (?) si rivolgeva in campagna elettorale proprio a membri e sostenitori della stessa lista, ma si sa che in campagna elettorale si dice di tutto e di più per poi far finta di niente. L'altro aspetto che mi ha colpito della faccenda è stata l'assenza al voto dei due consiglieri del grupppo di Vicchio per le libertà. Proprio loro che mi sarei aspettato lottassero contro il provvedimento per difendere quel credo cattolico che almeno a parole hanno sempre dichiarato come centrale nella loro vita. Forse erano impegnati o forse avevano paura di votare col sindaco venendo accusati di "inciucio", o forse dovevano semplicemente farsi gli affari propri. Certo non ci hanno fatto una bella figura. Chiudo raccontando il disagio che provo a girare per Vicchio sentendo molti anziani e non che continuano a ripetere che loro non vogliono diventare musulmani. Fermiamo questa ennesima ondata di ignoranza razzista. Prima che lei fermi noi definitivamente.
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Commenti
david
Gio, 04/03/2010 - 14:05
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sulla laicità a Vicchio
Sulla posizione di Lorenzo Petti non credo sia giusto fare ironie. Lorenzo ha partecipato alla discussione in modo costruttivo proponendo emendamenti accolti all'Ordine del giorno e ha firmato il comunicato stampa. In questo vedo un atteggiamento positivo, come nel voto dei consiglieri di maggioranza, che dimostra un fatto: Vicchio è una delle poche realtà dove la sinistra, nel rispettio dei ruoli (SpV opposizione PD maggioranza) dialoga in modo costruttivo. Non è il primo caso: c'è stato l'importantissimo OdG sull'acqua presentato dal PD e votato dalle Sinistre; c'è stato quello sui trasporti pubblici, ci sono stati altri atti. Certo non mancano i motivi di dissenso e le posizioni diverse, ma questo voto ha dimostrato che in Consiglio Comunale a Vicchio è possibile un terreno di confronto e incontro proprio per l'atteggiamento costruttivo dei consiglieri che lo compongono, Lorenzo Petti tra questi.
Sulle posizioni della PdL c'è poco da dire. L'atteggiamento strumentale e mistificatorio sul ricorso alla sentenza europea degli esponenti regionali si commenta da solo.
Sulla richiesta del PdL di dimissioni al Sindaco, siamo al ridicolo. Ricordiamoci che il PdL è quel partito che a tutti i livelli non fa mai dimettere i propri esponenti a fronte di nulla e magari applaude in Parlamento l'intervento di uno eletto con i voti della 'ndrangheta.
Adesso Izzo dovrebbe dimettersi, perchè? Leggo che non controllerebbe il consiglio comunale. Capisco che a destra siano abituati a "controllare" le istituzioni e blindare i voti a colpi di fiducia, ma i partiti democratici su molte questioni lasciano libertà di voto, come hanno messo in evidenza in Consiglio il capogruppo Lazzerini e il Sindaco stesso.
Datevi pace, abbiamo concetti diversi di democrazia.
Nello specifico ripercorriamo i fatti:
l'OdG è stato presentato con l'anticipo normale di tutti i documenti, il che permette la valutazione da parte di tutti i consiglieri.
Nonostante questo i consiglieri PdL non erano presenti in aula, evidentemente presi da altri impegni più importanti.
Dopo il voto non hanno espresso nessuna posizione, se non quando la notizia è arrivata su giornali e televisioni.
Un po' poco per chi dichiara il crocifisso una presenza vitale...
Ultima considerazione su una dichiarazione fatta in piazza e andata in onda alla "Vita in diretta". E' stato detto: "sul crocifisso a scuola non possono decidere 4 o 5 persone ma devono sentire i genitori"
Allora: quelle persone (che sono più di 4 o 5) sono Consiglieri comunali e sono stati democraticamente eletti. In un sistema fatto di regole esercitano la loro funzione rappresentativa in un organo istituzionale chiamato ad esprimersi e deliberare sulla base di Costituzione, Diritto Amministratico, Codice Civile, Statututo Comunale ecc
Quei consiglieri, tutti (maggioranza e opposizione), lo fanno al meglio delle proprie possibilità, direi oltretutto a titolo gratuito.
Capisco che guardando il Grande Fratello si è portati a pensare che si possa decidere con il televoto su tutto o che si possa ragionare con "la pancia" dei sondaggi (se convengono). In barba a regole, leggi e norme. Succede, come Formigoni che si candida per la 4° volta alla faccia della legge non lo permette, appunto dicendo la gente lo vuole.
Altrove si fa, in Consiglio comunale a Vicchio non succede, si rispettano le regole.
I cittadini tra 4 anni saranno liberi di decidere se ridare fiducia a quei consiglieri o meno. In una democrazia rappresentativa funziona così.
Lucia
Gio, 04/03/2010 - 14:50
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dichiarazioni di don Giuliano
Sui giornali di oggi leggo le dichiarazioni di Don Giuliano. Poco avvezzo ad accettare, come la Chiesa in genere, le sentenze che non ossequino il potere temporale di Santa Madre Chiesa, definisce la sentenza della Corte europea strumentale e demagogica.
Dico a don Giuliano che il numero di famiglie che ricevono la benedizione o quello che manda figli a catechismo non rappresenta nulla nella discussione che si sta facendo. Si parla appunto di scelte personali, mentre la discussione è sui simboli religiosi nei luoghi pubbli e istituzioni. Altro appunto.
Cosa debbano o non debbano discutere i consiglieri comunali caro don Giuliano non sta a lei dirlo. Il suo sindaco ha una maggioranza che gli permette di portare con impegno, onestà, dedizione morale e materiale in consiglio tutte le problematiche che lei propone. Se non lo fa si rivolga a lui e lo solleciti a farlo piuttosto che agitare ridicoli spauracchi di anticristianità dei consiglieri comunali, peraltro della maggioranza che sostiene il sindaco!
Continui caro don Giuliano ad operare socialmente in nome del Crocifisso, ma lasci che le istituzioni operino in nome della Costituzione della Repubblica Italiana.
Massimo
Ven, 05/03/2010 - 15:34
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preti, armi e coerenza morale
quindi per questo prete votare un atto che afferma nei fatti che lo Stato e le istituzioni sono laiche vuole dire "mortificare l’impegno, l’onestà, la dedizione morale e materiale del primo cittadino, Roberto Izzo, conosciuto per il suo impegno cristiano"
domando allora a don Landini:
"l’impegno, l’onestà, la dedizione morale e materiale del primo cittadino, Roberto Izzo, conosciuto per il suo impegno cristiano" non è demagogico e strumentale visto che lavora in una azienda che costruisce armi, che servono solo e soltanto a uccidere? è cristiano? oppure va cristianamente bene perchè quelle armi vengono usate in paesi arabi?
Martina Crescioli
Sab, 13/03/2010 - 21:57
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crocifisso...noncrocifisso,
bruno confortini
Gio, 18/03/2010 - 19:55
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cose serie
naturalmente martina ha ragione, ci sono molti problemi in italia, anche in numero maggiore rispetto a quelli che lei elenca.
però anche quello dei laicità-con l'invadenza, non solo simbolica, ma vera e reale, delle gerarchie cattoliche che abbiamo in italia-è un problema vero , anche rivisitando tutta la storia d'Italia.
banalizzare con la vecchia battuta " peppone e don camillo" non serve, è solo una battuta: e infatti , non banalizzando, se ne parla in tutta europa di simboli e convivenza civile fra varie religioni e fra credenti e non credenti: se ne occupa la carta dei diritti umani(carta straccia?)
e infatti, venendo a noi, in paese se n'è parlato e se ne parla tanto..vuol dire che questi argomenti toccano qualcosa d'importante.
insomma, la laicità sancita dalla nostra costituzione,principio importante in un mondo complesso,per me è un tema importante; fermo restando che ce ne sono altri:ma perchè censurarlo, banalizzandolo, dichiarandolo "discussione inutile"?
che c'entra il berlusconismo?
rimani nel merito: cosa pensi a proposito di laicità? di chiesa cattolica e società italiana?
banalizzare non serve.
ragioniamo di tutto (noi di SPV lo facciamo) dalle buche alla costituzione: perchè censurare appena si tocca la chiesa cattolica?
un saluto
bruno confortini
Martina Crescioli
Lun, 29/03/2010 - 22:14
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Ha ragione, Bruno, sono
david
Gio, 04/03/2010 - 17:54
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alla destra arrogante e ignorante
Luca Gentili
Gio, 04/03/2010 - 18:42
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Sul crocifisso e sull'identità
Scusate la brevità
Posto un piccolo contributo, in termini di idee, di Vito Macuso, per spiegare che il crocifisso non è solo un simbolo religioso.
http://www.vitomancuso.it/stampa/2009/Sul%20crocifisso%205.11.09.pdf
Per Leonardo e sul "razzismo" di chi non vuole diventare musulmano: tenere alla propria identità culturale e religiosa non significa essere razzisti. Anch'io a diventare musulmano o ateo non ci tengo per nulla.
Chiudo con una battuta dello stesso Mancuso:
"Il diritto non può affermarsi astrattamente
ignorando i contesti e le tradizioni dei
popoli. Se lo fa, non è giustizia."
Guido Carotti
Gio, 04/03/2010 - 19:25
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Ospito una nota di Vilma; Per una scuola laica e accogliente
Leonardo
Ven, 05/03/2010 - 14:08
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Crocifisso e identità
Non vedo come togliere il crocifisso per affermare la laicità dello Stato abbia come conseeguenza il diventare musulmani. Mi sembrano quei ragionamenti qualunquisti e terribilmente sensa logica come quello che lega l'uso di droghe leggere al passaggio alle droghe pesanti. E vorrei ricordare che l'ordinanza era della Corte d'Europa non della Spectre Islamica...
Luca Gentili
Ven, 05/03/2010 - 17:18
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Vedere e scrivere
In effetti togliere il crocifisso non significa diventare musulmani. E io non mi sogno nemmeno di pensarlo.
Ma io sto a quanto hai testimoniato: "...disagio che provo a girare per Vicchio sentendo molti anziani e non che continuano a ripetere che loro non vogliono diventare musulmani". Mi pare evidente che anche queste persone hanno manifestato un disagio: il timore di perdere la propria identità, che vedono (può piacere o meno, ma è così) riflessa in quel simbolo. Questo non è razzismo, sennò davvero ti fermi al dito invece di voler vedere la luna.
Non credo sia così. Forse solo non c'eravamo capiti.
Lucia
Ven, 05/03/2010 - 15:02
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Caro Luca, forse eri di
Caro Luca,
forse eri di fretta, perché non voglio credere che hai letto con tanta superficialità le considerazioni di Leonardo sulle risposte razziste riferite ai mussulmani.
Tenere alla propria identità è una cosa, andare dicendo che si vuole levare il crocifisso per mettere Maometto (tra l'altro vietato dal Corano!) e che "vengono a fare i padroni a casa nostra" è un'altra cosa. Su questo siamo di sicuro d'accordo.
Sul contributo che proponi di Mancuso invece no. Già il titolo: tutte le religioni non solo il cristianesimo, si rivolgono a tutta l'umanità. Ma fare una discussione sul simbolismo del crocifisso ci porterebbe a qualcosa? Si potrebbero allora ricordare i crocifissi del Ku Klux Klan, della Santa Inquisizione, dei Conquistadores, il Gott Mit Uns delle SS naziste, la croce degli Ustascia Croati, i falangisti cristiani del libano...
Tutti rappresentati dalla croce. Eppure io che non sono cristiana, troverei queste argomentazioni completamente sbagliate e frutto di una interpretazione distorta di quel simbolo.
Ma Luca, non stiamo parlando di questo. Stiamo parlando del fatto che i luoghi pubblici istituzionali devono essere neutrali e neutri davanti ai cittadini. Di questo si parla, non del valore della croce. Portare il discorso sul cristianesimo serve solo ad alimentare fondamentalismi.
Luca Gentili
Ven, 05/03/2010 - 18:17
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A lucia, su simboli e popolazioni
Non siamo d'accordo, è evidente. Perché è proprio del valore della croce che stiamo parlando. Non della croce come simbolo confessionale, ma come simbolo di una cultura di un popolo.
Prima di parlare di diritto, per quanto fallaci, proviamo a parlare di giustizia, nel senso della battuta finale di Mancuso.
Ogni simbolo subisce abusi, e quanto più è importante tanto più è colpito, distorto, svuotato, schernito.
Anche la religione fa parte della identità di un popolo, che fonda le sue istituzioni non su culture marziane, ma su quello che è la sua storia, di cui la dimensione religiosa è parte integrante. Va da sé che l'essere italiano non significa essere cristiano, ma non si può misconoscere che il cristianesimo ha direttamente o indirettamente costruito la maggior parte dei mattoni dei valori positivi delle culture europee, compresa la nostra. Quei valori poi si sono riversati, insieme ad altri, nelle nostre costituzioni.
Non si tratta di far proselitismi, e neppure religone. Si tratta di apprezzare i simboli positivi in cui si riconoscono storicamente gli italiani. Se la domanda è: vogliamo affermare una religione di stato, imporre un sigillo a tutti gli italiani? La mia risposta è: no, non sia mai più. Ma se la domanda è: ha un significato per le istituzioni quel crocifisso? La mia risposta sarà: finché lo stato agirà "in nome del popolo italiano", e quel popolo riconoscerà in quel simbolo così tanti valori positivi nei quali si identifica, sì, è bene che rimanga. E di questo, a mio parere, non è ragionevole se ne offenda nessuno.
Non è bene fare il deserto, il vuoto dei simboli, pensare ad istituzioni autoreferenziali di uno stato che s'illude di bastare a se stesso. Non è neutralità, è soltanto vuoto e miseria.
Alessandro
Ven, 05/03/2010 - 10:48
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Leggo nella Bibbia...
ESODO 20,2-17 Dieci Comandamenti
Io sono il Signore, tuo Dio,non avrai altri dei all'infuori di me.
Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai
DEUTERONOMIO 5,6-21 Dieci Comandamenti
Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile.
Non avere altri dèi di fronte a me.
Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai
Poi "MISTERIOSAMENTE" a catechismo ci insegnano dei comandamenti diversi, nei quali è sparito il divieto di fare idoli e di adorarli e per farli tornare Dieci hanno diviso l'ultimo
"Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare sua moglie, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo."
nei due che conosciamo come il nono e il decimo.
Ci sarebbe da meditare su questo, secondo me.
E ancora nei libri di Storia leggo che il crocefisso nelle scuole fui introdotto dalla Legge Casati , un Regio Decreto del 1859 (prima dell'unità d'Italia) successivamente un altro governo, più filo-massonico lo tosle, sempre per decreto, finchè il Regime Fascista non ce lo rimise.
Oggi è esposto in virtù di queste Leggi:
Scuole Medie, Regio Decreto n.965 del 1924 art. 118 "Ogni istituto ha la bandiera nazionale; ogni aula, l'immagine del crocifisso e il ritratto del Re"
Scuole Elementari R.D. n. 1297 del 1928 "Tabella degli arredi e del materiale occorrente
nelle varie classi e dotazione della scuola.
Prima classe.
1. Il crocifisso.
2. Il ritratto di S. M. il Re."
E io mi chiedo: se la legge è vigente e viene applicata, perchè il ritratto del Re non c'è?
Da Cristiano credente che ama tantissimo Don Milani e quanto ha fatto, oggi non posso che riconoscermi in queste parole di un altro Prete dei giorni nostri che stimo moltissimo, Don Paolo: ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/11/08/cattolici-seguite-esempio-di-don-milani.html
Provo infinita tristezza quando vedo la Religione in cui credo che usa il proprio potere per imporre per legge comportamenti che non è stata capace di trasmettere con l'esempio e con l'amore.
Alessandro
Ven, 05/03/2010 - 17:34
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Identità Debole
Ben debole sarebbe allora l'identità Cristiana in questo paese, se per sopravvivere necessitasse di un simbolo (idolo?) imposto per legge, perchè in tal caso sarebbero forse altri i campi in cui impegnarsi con altrettanta forza e dovizia di mezzi per mantenere e far crescere l'identità.
Come già rammentato da Lucia, tante troppe volte simboli nati con uno scopo sono stati sfruttati come bandiere per conseguire il fine opposto, non solo con la Croce, basti pensare ad esempio alla svastica, antico simbolo di buon auspicio che veniva anche dipinto sulle porte delle case dove era nato un bambino o sulle statue e nei templi orientali, fin quando un partito non ne fece un simbolo.
Rimango sconcertato da come la propaganda bieca e intollerante della TV attecchisca in menti insospettabili, e di come siano tante , forse troppe, le persone intorno a noi che rimbombate dalla TV si sono talmente dissociate dalla realtà, da temere di vedere orde di beduini abbeverare i cammelli in piazza san pietro.
Accusano gli altri di intolleranza e poi invece di insegnargli con pazienza e amore cristiano la tolleranza, secondo i valori che professano, diventano essi stessi intolleranti....
A queste menti intorpidite dalla propaganda vorrei dire: Sveglia! Il pericolo non è che diventiate musulmani, ma che diventiate intolleranti come alcuni di loro, e l'intolleranza non è un valore cristiano ( e nemmeno musulmano).
Guido Carotti
Ven, 05/03/2010 - 21:41
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Ho apprezzato molto la
Ho apprezzato molto la votazione del Consiglio Comunale di Vicchio che ha approvato l’ordine del giorno presentato da Sinistre per Vicchio nel quale in sostanza si “… esprime la propria adesione ai principi di laicità espressi dalla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, in coerenza con i principi di laicità espressi dalla nostra Costituzione…..”
Ho anche molto apprezzato che questo sia stato il risultato di un dibattito serrato, partecipato, sereno e aperto.
Se anche il tutto si fosse fermato al voto in Consiglio Comunale ciò avrebbe già rappresentato un evento importante e di grande valore culturale e politico perlomeno per due buone ragioni: i nostri amministratori hanno, con quel dibattito e quel voto arricchito e rinnovato uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione e nello stesso tempo hanno cercato di contrastare la politica del governo Italiano che demagogicamente contrabbanda come difesa di principi e di filoni culturali delle consuetudini che poco o niente hanno a che fare con la cultura e tanto meno con i principi sui quali si basa la nostra Repubblica, ne con la fede.
Il nostro Consiglio Comunale ha avuto, forse aiutato dalla concomitanza di nuovi fatti contingenti avvenuti a livello nazionale, anche il merito di innescare un importante dibattito fra i cittadini. In questi pochi giorni trascorsi da quel dibattito e quel voto ne abbiamo sentite e lette molte di cose, alcune anche a sproposito, ma non ci deve assolutamente preoccupare l’animosità e la “ricchezza” del confronto. Discutere e confrontarsi sui Valori e sui Principi è salutare, specie in questi tempi dove si tende a far prevalere la cosiddetta “politica del fare”. Il cittadino sovrano, né tantomeno chi ha ruoli istituzionali non possono scindere la politica del fare dalla Politica, l’una non è in alternativa all’altra, né l’una può escludere l’altra.
Nel merito vorrei dire che la posizione assunta dal nostro Consiglio Comunale non dovrebbe suscitare scalpore ne scandalo per nessuno. A mio parere si tratta di un atto dovuto. Esattamente come se si fosse affermato che “l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro…….” Non credo che qualcuno si sarebbe scandalizzato, eccezion fatta Brunetta. Lo stato laico non può essere inteso come antagonista della fede e della religione. Lo stato è laico quando non mischia i doveri ed i servizi che ha nei confronti di tutti i cittadini con elementi specifici di fede, anche se abbracciata dalla maggioranza. D’altra parte quella maggioranza, proprio perché tale, dovrebbe agire con sensibilità e senso di responsabilità tali da non correre mai il rischio di essere prevaricante. Sostenere e mantenere lo stato laico significa avere e dare garanzia di equità.
Non credo certo che un cattolico possa avere anche solo il dubbio che se negli edifici pubblici non c’è più il crocifisso, vengano meno i suoi doveri di credente ed il suo impegno per combattere le ingiustizie, le disuguaglianze e il suo impegno per gli ultimi. Credo inoltre che sarebbe avvilente pensare che senza quel simbolo, di grandissimo significato e valore indiscusso, affisso negli uffici pubblici, nelle scuole, nei tribunali, il credente sarebbe meno rappresentato o che potrebbe avere dei problemi di identità e di conseguenza rischiare l’affievolirsi della propria fede. Non sarebbero facilmente credibili i timori di perdita di identità dal momento che nel nostro paese come ho già detto i cattolici rappresentano la stragrande maggioranza.
Di difficile comprensione e origine di sgomento sono a mio parere le rimostranze e gli “anatemi” lanciati dalla Chiesa ufficiale che in modo semplicistico accusa di spirito anticristiano il ribadire e sostenere i principi della nostra Costituzione che stanno alla base della civile e democratica convivenza dei cittadini. Sarebbe stato meglio, a mio parere, se con la stessa visibilità e forza e con costanza si fosse denunciato e testimoniato contro le istituzioni centrali e locali perché poco attente ai problemi delle famiglie dei deboli e degli indifesi.
Spero che da questa vicenda si apra un processo che ci faccia uscire da un torpore civico ormai cronico che rischia di riportarci indietro negli anni e che non prevalga lo sterile scontro fra chi è meglio e chi è peggio pensando di ricondurre il tutto ad un brutto incidente di percorso al quale porre rimedio.
Lucia
Sab, 06/03/2010 - 11:50
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Enzo Bianchi, Priore di Bose
“La croce, questa «realtà» che dovrebbe essere «parola e azione» per il cristiano, è ormai ridotta a orecchino, a gioiello al collo delle donne, a portachiavi scaramantico, a tatuaggio su varie parti del corpo, a banale oggetto di arredo...
Tutto questo senza che alcuno si scandalizzi o ne sottolinei lo svilimento se non il disprezzo, salvo poi trovare i cantori della croce come simbolo dell’italianità, all’ombra della quale si è pronti a lanciare guerre di religione.
Ma quando i cristiani perdono la memoria della «parola della croce», e assumono l’abito del «crociato», rischiano di ricadere in forme rinnovate di antichi trionfalismi, di ridurre il Vangelo a tatticismo politico: potenziali dominatori della storia umana e non servitori della fraternità e della convivenza nella giustizia e nella pace.
Sì, le dispute su crocifissi e minareti non dovrebbero farci dimenticare che la visibilità più eloquente non è quella di un elemento architettonico o di un oggetto simbolico, ma il comportamento quotidiano dettato dall’adesione concreta e fattiva ai principi fondamentali del proprio credo, sia esso religioso o laico.”
(Enzo Bianchi - Priore di Bose 7.12.2009)
Lucia
Mer, 10/03/2010 - 18:43
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Caro don Giuliano!
nel leggere la sua risposta alla lettera aperta di sinistre per vicchio si prova un certo amarcord. Ha presente quel linguaggio da anni cinquanta quando i preti dall'altare invocavano un voto cristiano e democratico? Ecco, quello!
Che rivedere un democristiano sindaco a Vicchio le abbia provocato un piacere quasi fisico è del tutto evidente, così come è evidente che, come accade spesso agli innamorati, questo le faccia perdere il senso della misura.
Non mi spiego diversamente la sua domanda "mi sono chiesto: si può sapere chi e in che modo e in quale forma sia stata data notizia agli organi di stampa... ecc " che non le fa fare una bella figura.
Dimostra infatti che lei è tra quelli che l'ordine del giorno non l'hanno nemmeno letto, che ignorano che a Vicchio i crocifissi nelle scuole non ci sono da vent'anni, tolti su proposta di qualche suo collega più illuminato. L'acrimonia che la anima verso quel gruppetto di "comunisti mangiapreti" (tutti e otto o solo quelli che non sostengono il suo sindaco?) dimostra come quella parte della chiesa che lei rappresenta benissimo, interferisce quotidianamente nella politica italiana.
Una precisazione don Giuliano: lei non rappresenta la gente, quello lo fanno i consiglieri che sono stati eletti. Lei si fa portavoce.
Che i cattolici siano la maggioranza in Italia è evidente. Che poi raramente, lei compreso, non siano all'altezza delle parole del Priore di Bose è altrettanto evidente.
Peccato che lei non interverrà mai su questo forum: so che preferisce i monologhi senza contraddittorio, come quello di domenica scorsa dall'altare.
I cittadini di Vicchio stiano tranquilli. Il sindaco Izzo non corre pericoli e non credo ci siano complotti da parte di faziosi comunisti che mettono in pericolo la sua poltrona e i progetti edilizi di don Giuliano.
webmaster
Ven, 12/03/2010 - 20:00
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lettere aperte
ecco qui di seguito le lettere aperte di Don Giuliano Landini e di "Sinistre per Vicchio"
03/03/2010 - 19:25 - VICCHIO, IL PARROCO CONTESTA IL VOTO DEL COMUNE CONTRO IL CROCIFISSO “Non nascondo il dispiacere per la vicenda che ha coinvolto il paese di Vicchio per la scelta del suo consiglio comunale di adesione alla sentenza di Strasburgo relativa alla presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche”. Ad affermarlo è il parroco di Vicchio, don Giuliano Landini, in un intervento pubblicato sull'edizione fiorentina (L'Osservatore Toscano) del numero 9 di Toscana Oggi. “Questa posizione del consiglio comunale non rispecchia affatto la realtà della comunità di Vicchio” scrive don Landini, ricordando che “cinque famiglie su sei ricevono la benedizione nelle proprie abitazioni, l’80% dei bambini e dei ragazzi frequentano la catechesi nelle parrocchie e non sono contrari affatto al crocifisso”. Don Landini parla anche di “anticristianesimo annidato nelle coscienze di quei consiglieri che sarebbero piuttosto chiamati a votare ordini del giorno relativi al bene comune dei cittadini come le emergenze delle famiglie in difficoltà, i disagi sociali dei giovani, le condizioni stradali del nostro paese, la stagnazione degli interventi urbanistici, la qualificazione del nostro ambiente ed ecosistema; lascino davvero che altri temi come questo vengano discussi nelle sedi più appropriate”. Secondo il parroco, “si è trattato di un’azione fortemente demagogica e strumentale” con l’obiettivo, tra l’altro, di “mortificare l’impegno, l’onestà, la dedizione morale e materiale del primo cittadino, Roberto Izzo, conosciuto per il suo impegno cristiano”. Don Landini ricorda infine i tanti “piccoli, ma significativi progetti sociali” che la parrocchia ha portato avanti in questi anni insieme all’amministrazione comunale, operando proprio in nome del Crocifisso.
Lettera aperta a don Giuliano Landini, Parroco di Vicchio e Vicario Foraneo: Caro don Landini, le sue dichiarazioni agli Organi d’informazione e il suo intervento del 7 marzo su “L’Osservatore Toscano – Notiziario della Diocesi di Firenze” inserto del settimanale Toscana Oggi, inerente ai fatti di questi giorni, ci obbligano ad alcune precisazioni; ciò non tanto per dovere di risposta, quanto per chiarire alcuni punti fondamentali, così da facilitare il lavoro amministrativo che attende il Consiglio comunale di Vicchio nei prossimi mesi.
Nadia Capocchini, consigliera comunale – Sinistre per Vicchio Stefano Celli, consigliere comunale – Sinistre per Vicchio Bruno Confortini, consigliere comunale – Sinistre per Vicchio
Lettera aperta di Don Giuliano Landini 10 marzo: Finalmente, dopo una settimana pesante che ha esposto il nostro paese di fronte a tutta Italia per una sorta di processo al crocifisso, il gruppo consiliare di centrosinistra ha dato una informazione corretta e soprattutto veritiera di quanto avvenuto quel fatidico giovedì 25 febbraio nell'aula del Consiglio comunale di Vicchio. Dopo aver letto il comunicato mi sono chiesto: si può sapere chi e in che modo e in quale forma sia stata data notizia agli organi di stampa che hanno poi titolato l'avvenimento non tanto “sull'adesione a certi principi di laicità”, ma sulla conseguenza (tra l'altro di nessuna rilevanza amministrativa) di non ammissibilità dei crocifissi a scuola? È per caso stata colpa dei soliti giornalisti o si tratta di quella volontà tesa a creare spaccature e tensioni all'interno e fuori del palazzo comunale? Era vero sin dall'inizio che si trattasse di una strumentalizzazione politica pessima e faziosa. Non era necessario sacrificare l'immagine del nostro paese, non era necessario entrare nel merito di una polemica che ha fatto male a tutti. Ma non posso far passare sotto silenzio la lettera aperta a me rivolta da SpV: vorrei dire ai tre firmatari e anche consiglieri comunali che è vero che io non ho voce all'interno del Consiglio comunale, né dettare cosa fare e cosa votare, ma non vi è dubbio (forse in voi si) che io come tanti altri sacerdoti rappresentiamo la gente e una larga fetta di tutte quelle realtà sociali sparse nel territorio in cui viviamo ed entriamo anche nel merito di qualsiasi questione come nel caso di Vicchio laddove le convinzioni (radicate della nostra sana cultura) sono fortemente condivise dalla maggioranza dei cittadini. L'essermi fatto interprete di un disagio (da qualcuno generato) non costituisce nessuna colpa, anzi è per me motivo di vanto; fa parte del mio ruolo religioso e civile. Riguardo al termine forte da me usato “anticristianesimo” da voi ricusato e ritenuto inappropriato, mi conforta il sapervi esenti, ma non c'è da abbassare la guardia; è preoccupante tutta la vicenda di come la Corte Europea sia giunta al pronunciamento del novembre 2009: vi sono motivi per affermare che dietro a tutto ciò vi siano stati movimenti, realtà e condizionamenti che si possono definire di tale indole. Infine respingo completamente che a Vicchio venga colta questa vicenda per esprimere sentimenti razzisti nei confronti dei migranti; al contrario approfitto per affermare che da oltre venti anni la presenza degli stranieri (oggi l' 8%) ha potuto beneficiare prima di tutto della generosa accoglienza dei cittadini vicchiesi, successivamente di attenzioni operate dalle Parrocchie e dal Comune e dalle scuole. Anzi, se vogliamo dirla tutta mi si riferisce che questa circostanza così infelice per il nostro paese, imbastita con leggerezza e insensibilità è dispiaciuta anche ad alcuni di loro. A tutti voi e a tutti i vicchiesi, impegnati in politica e non, formulo l'augurio di scrivere da ora in poi pagine migliori di queste, Vicchio ne ha veramente bisogno.
Don Giuliano