Vivere in frazione vuol dire anche rinunciare a servizi base come la connessione e il telefono cellulare. Un digital divide che sembra non avere fine, anche se qualcosa si muove.
Torniamo a parlare dell'annoso problema del collegamento internet nelle frazioni. Se in alcune zone si può già usufruire del collegamento adsl con velocità che arriva in alcuni casi fino a 20 mega, in altre i problemi persistono e anzi si aggravano. Telecom, che dovrebbe garantire il servizio, non intende investire in infrastrutture che poi andrebbero a servire un numero esiguo di utenti. Con il nome tecnico "case sparse", Telecom (o TIM nella nuova dicitura), individua infatti tutti quesi casi in cui gli interventi non saranno in pratica mai fatti. La convenienza per l'azienda non c'è, il costo dell'investimento non verrebbe ripagato dagli utenti delle "case sparse" e quindi si preferisce non intervenire sulle vecchie linee palificate, mantenendo volontariamente un disagio per gli utenti. Questa convenienza è dettata anche dalla bassa percentuale di utenti che inoltrano una rischiesta danni all'azienda, la quale deve poi dovrebbe corrispondere all'utente un indennizzo fissato dalla carta dei servizi (leggasi contratto e il modo per ottenerlo).